lunedì 5 dicembre 2011

I cristiani moderati

Il brano che segue è tratto dal libro Così in terra, come in cielo, scritto da don Andrea Gallo con Simona Orlando (Mondadori, 2010) e si trova a pagina 96

Io non mi preoccupo delle altre confessioni religiose o degli atei, ma di quelli che si definiscono credenti e non agiscono come tali.
In Italia si sta avallando ogni nefandezza: genocidi, bombardamenti, xenofobia, razzismo, attentati alla Costituzione, persecuzioni ed espulsioni di massa. Da che parte sta il cristiano? Perché non si fa sentire? Di fronte alle ingiustizie il silenzio diventa una forma di complicità. Ricordiamo che uomini si nasce ma cristiani si diventa, operando quotidianamente delle scelte. Prendiamo ad esempio la nostra Chiesa più sana: sant'Ambrogio proibì l'ingresso in chiesa all'imperatore Teodosio che aveva ordinato la strage di Tessalonica in cui settemila persone erano state massacrate. Non si piegò al potere e manifestò la sua disapprovazione, pur concedendo la possibilità della riconciliazione. Per questo non mi sentii di andare al funerale di papa Giovanni Paolo II, dove si riunirono duecento capi di Stato: non volevo condividerlo con gli assassini.
La Chiesa oggi opera nell'ambito di una solidarietà assistenziale, corre in soccorso dei bisognosi e tampona gli effetti della povertà, ma non si occupa di denunciarne le cause, non lotta abbastanza per il riconoscimento dei diritti delle minoranze. I politici banchettano amorevolmente con gli assassini senza che si alzi una sola voce di dissenso. Quando incontro esponenti politici che si definiscono cattolici chiedo sempre: «Perché non difendete coi denti le vostre posizioni? Perché non vi schierate animosamente con gli oppressi?» 
«Noi siamo cristiani moderati» si giustificano.
Ed io rispondo: «Cristo era tanto moderato che si fece mettere in croce per le sue idee!»